The coffee cup |
Mostra personale al Via
Balbo 31 Mangiaria, Fabriano, Italy - 24 Aprile / 22 Maggio 2008 |
Presentazione di Rossella
Rinaldi |
Cosa cela la fotografia
di Luca Lacche? Una presenza umana sfuggente che lascia intravedere unicamente
il suo passaggio, un ricordo fulmineo che afferra la mente, scatti di un
viaggio tra il conscio e il subconscio, sguardi rapidi ma attenti
ad un'unica verità, quella dipinta dall'anima. |
L'interesse dell'artista
non sembra posarsi su nessun oggetto o persona, ma sulle emozioni che
queste suscitano immerse in un'atmosfera rarefatta, tratteggiata dal bianco
e nero della memoria che risalta e dinamizza le peculiarita' che la quotidianita'
occulta e immobilizza. |
Il viaggio attraverso
i vari continenti funge da scenario ai suoi scatti: Scandinavia, Giappone,
Olanda, Thailandia, America. Tutti fotogrammi di un documentario sulla
sua interiorita'. |
I colori cupi stesi sulle
foto lasciano presagire, contrariamente a quelle in bianco e nero, un'angosciante
atmosfera, accenni sui dubbi e perplessita' dello spirito della propria
e altrui storia: una bandiera americana spiegata su un cielo nuvoloso,
un malinconico cavalluccio giocattolo avvolto da una funerea oscurita',
tegole sopraffatte dalla tempesta, un enigmatico amplesso tra pietra e
seta. |
Alla formazione di Lacche
hanno concorso in parte i caratteri della pittura fiamminga. E' manifesta
la sua propensione ad inquadrare la scena in un contesto piu' ampio sia
raffigurando i personaggi in una soluzione geometrica, mirante alla resa
di una sensibile profondita' ottica, lasciando che la luce li avvolga
dolcemente; sia estendendo l'obiettivo verso i piani di fondo dai quali
spiccano scorci di paesaggi e ambienti di vita tanto minuti quanto precisi
nella descrizione di finissimi particolari grazie all'impiego di un colore
che provvede a ricreare l'epidermide degli oggetti ritratti. |
Le sue immagini mostrano
la stima che l'artista nutre per un altro grande fotografo marchigiano:
Mario Giacomelli. Li uniscono non solo le origini, ma il viaggio come avventura
spirituale ed emotiva, l'uso del bianco e nero per i loro scatti poetici
e coinvolgenti, l'amore per l'errore, che porta ad immagini sfuocate e
mosse, apostrofandole con toni materici e spirituali, la fotografia come
luogo d'incontro tra il proprio essere e il mondo, come spazio bianco su
cui versare i propri ricordi. |